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DNA

Di Dennis Kelly

  • Regia Valentina Cognatti
  • Con Andrea Canestri, Federica De Santis, Gabriel Durastanti, Martina Grandin, Alessandro Pisanti, Michelangelo Raponi, Virginia Rocca, Francesco Savi, Alice Staccioli
  • Responsabile tecnico Sofia Xella
  • Produzione Margot Theatre

“Se riesci a cambiare una sola cosa allora riesci anche a cambiare il mondo. Tu ci credi a questo?”

Adam è scomparso, inghiottito dal buio di un pozzo profondo in disuso. È caduto giù, camminando in bilico su una grata, mentre i suoi amici si divertivano a lanciargli pietre addosso. Ognuno di loro sente di essere colpevole, ma nessuno ha intenzione di essere scoperto. In preda al panico, i ragazzi mettono in atto un improbabile piano per allontanare i sospetti e inscenare il crimine perfetto. Il piano riesce, al punto che viene processato e accusato un innocente.

Le tensioni nel gruppo sembrano allentarsi, quando un imprevisto rimescola le carte, rompendo i nuovi equilibri tra i membri di questa micro-società senza regole, modificando gerarchie e lotte di potere all’interno del branco.

DNA, tratto dal celebre testo di Dennis Kelly è breve, acuto, scioccante: è un’analisi feroce e profonda di come la noia, la paura e il senso di inadeguatezza operino sulle dinamiche di gruppo. L’interesse personale, la pressione dei compagni e l’incapacità di provare empatia per gli altri muovono i personaggi in percorsi di vita già stabiliti, percepiti come necessari e inevitabili, ma che lentamente portano alla morte dei sentimenti sinceri e dei rapporti umani più puri.

IL BULLISMO: UN PROBLEMA UMANO

DNA tocca temi difficili: il bullismo, la violenza, l’adolescenza, gli agghiaccianti meccanismi psicologici che li intrecciano. Il quadro proposto dallo spettacolo è didattico, ma in modo appannato, senza mai assumere toni paternalistici o moralistici. Ciò che viene messo a fuoco non è l’atto del bullismo, ma i meccanismi, a volte sottesi, a volte evidenti, che delineano la violenza. I personaggi, interpretati da attori sotto i 25 anni, risultano vividi e realistici, si mettono sullo stesso piano del pubblico per permettergli di riconoscersi o quanto meno di intravedere il proprio ambiente quotidiano. DNA non pretende di dire l’ultima parola sul bullismo: come un animale in fuga nella notte, si lascia scorgere attraverso luci artificiali e si offre come momento di riflessione sul senso di disagio e di vuoto che un adolescente di oggi potrebbe, nel profondo, percepire.

I personaggi di DNA sperimentano un’asfissiante assenza di morale e traducono la propria sensazione di inadeguatezza, di inutilità e di profondo disagio verso il mondo in violenza o indifferenza alla violenza. Frustrazioni e delusioni fanno già parte di un mondo, quello giovanile, che dovrebbe essere dedicato alla speranza, alle illusioni, alle possibilità. Questo è il vero messaggio, non dichiarato se non al negativo, di tutta l’opera: un invito feroce e disperato a riconoscere, nonostante tutto, il valore della vita, la propria e quella degli altri.

Produzione Teatrale

L'attore serve per trasportare la sua anima.

E

IO ED EMMA

E

ROMEO E GIULIETTA

E

PASOLINI